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Channel: riso in cagnone – Vino al Vino
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Domanda: ma quelli del Distretto del vino di qualità dell’Oltrepò Pavese sanno dire solo di no?

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Qualcuno può spiegarmi, con urgenza, quale sia il loro senso e la loro funzione? 

Che il mondo del vino oltrepadano sia una cosa complessa, anzi incasinatissima, lo capiscono tutti. Talmente intricata, quasi una giungla di vigne, che può accadere che la principale cantina produttrice, quella cui una quota importantissima di vignaioli conferiscono le proprie uve, la più grande cantina cooperativa dell’Oltrepò Pavese, una delle maggiori realtà vitivinicole della Lombardia (53% del vinificato dell’intera regione) e di tutto il territorio nazionale, circa 900 soci in tutta la zona 530mila quintali di uva pigiate ogni anno, lavoro per una cinquantina di dipendenti con un considerevole indotto anche per le aziende collegate, finisca sotto sequestro. E che le prospettive per l’imminente vendemmia diventino improvvisamente fosche, a fine luglio, per tantissimi produttori di uve.

Un vero “manicomio”, l’amatissimo Oltrepò Pavese, cui non ho mai risparmiato, in trent’anni di attività giornalistica, dure critiche, espresse però con tanto amore ed una crescente disillusione, tanto che può accadere, cosa unica in Italia (beh, ad un certo punto in Puglia c’erano ben due Consorzi del Salice Salentino…), che accanto ad un normale Consorzio tutela vini (come ci sono in Valtellina, Franciacorta, Valtènesi, Lugana, Montalcino, ecc.) possa nascere e svilupparsi, in forma secessionista, un cosiddetto Distretto del vino di qualità dell’Oltrepò Pavese.
VigneOltrepò

Un qualcosa di indistinto costituito da una serie di aziende che sono uscite dal Consorzio dopo averne fatto parte rilevante, con alcuni produttori “di punta” distrettuali che sono arrivati alla vice-presidenza quando erano in Consorzio, da altre che non si capisce se dal Consorzio siano uscite o siano ancora associate e da altre non meno misteriose.

Nel cosiddetto Distretto, che sembra avere come principale sostenitore e sponsor il Presidente della Provincia di Pavia (ma non dovevano rottamarle ‘ste Province ed i loro alti papaveri?) ed un determinato partito a chiara vocazione anti-democratica, ci sono aziende e personaggi che stimo, e che mi dispiace siano usciti dal Consorzio e io spero che questa diaspora inutile e controproducente (le battaglie si combattono sempre all’interno di qualcosa, se lo si vuole migliorare, non da fuori…), possa avere presto fine.
Puntodomanda

Per questo motivo, dopo aver fatto recentemente, in luglio, questa eccellente ed impegnativa maxi degustazione di Oltrepò Pavese metodo classico di aziende aderenti al Consorzio, ed essendomi perso, perché non potevano esserci data la loro natura “distrettuale”, vini di aziende di cui spesso ho scritto, come Bruno Verdi ad esempio, ho pensato di fare cosa corretta rivolgendomi ai responsabili del Distretto. Inviando loro il seguente appello-richiesta: invio all’attenzione sua e dei suoi colleghi un appello ai dissidenti “distrettuali” del Distretto vini di qualità Oltrepò Pavese http://oltrepòpavese.com/ : ci state ad organizzarmi un incontro con voi dove possa degustare, come ho fatto con quelle delle aziende aderenti al Consorzio, le vostre bollicine metodo classico? Ci state a fare una lunga chiacchierata con me per vedere se troviamo una soluzione giusta nell’interesse esclusivo dell’Oltrepò Pavese e magari si trova il modo giusto di riportarvi nell’alveo del Consorzio? Io sono disponibile, e voi? Cordiali saluti.

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Avevo proposto di fare questa degustazione di “bollicine distrettuali” presso Riccagioia a Torrazza Coste, che è e resta la casa comune del vino oltrepadano, ed é ANCHE la sede del Consorzio, ma mi ero dichiarato disponibile anche a degustare in altre sede. Questo per vincere le eventuali ritrosie dei distrettuali ad usare quella attrezzata e autorevole struttura da loro stupidamente individuata come “nemica”.

La risposta mi è arrivata dopo una settimana circa e la potete leggere nel testo allegato come immagine, accompagnata da questa precisazione: “in allegato Le invio la lettera del Dr Davide Calvi, vice-presidente del Distretto del vino di qualità dell’Oltrepò Pavese”.

LetteraDistretto

Ho preso atto della cosa e sono andato avanti per la mia strada, assumendo un atteggiamento estremamente prudente, che nessuno può tacciare di omertoso o conformista o di ossequioso, di fronte alla spinosa e complessa vicenda dell’inchiesta giudiziaria, che sono convinto darà esiti più rassicuranti per il futuro e la salvezza dell’economia vitivinicola oltrepadana, individuando eventuali responsabili e precisi addebiti e non finendo con il buttare via il bambino con l’acqua sporca. E dando alla Cantina Terre d’Oltrepò e alle tante persone perbene che ci lavorano e che la considerano come punto di riferimento una nuova opportunità, in questa Italia dove le second chance le danno a tutti, anche a criminali, ladri, assassini, farabutti vari… A politici che hanno rubato e rubano a man salva e non sono dalla parte degli interessi degli ITALIANI.

E solo oggi, pertanto, ho pensato di intervenire sulla vicenda, ma pubblicando il meditato comunicato stampa del Consorzio tutela vini sulla vicenda.

Potevo chiudere lì la faccenda, ma ingenuo come sono, cosa ho fatto? Ho contattato nuovamente il Distretto, con queste parole: Buongiorno, vi informo di aver pubblicato sul mio blog Vino al vino il comunicato stampa ufficiale del Consorzio tutela vini O.P. sulla vicenda Terre d’Oltrepò e nell’articolo di aver dichiarato interesse e disponibilità a pubblicare vostro analogo punto di vista. La risposta è arrivata molto velocemente questa volta ed è la seguente: “Gentilissimo, la ringraziamo molto per la possibilità concessa, ma non siamo interessati. Un caro saluto Davide Calvi”.

Tutto bene, una risposta negativa era nel novero delle possibilità, ma, mi chiedo, quelli del Distretto del vino di qualità dell’Oltrepò Pavese sanno dire solo di no? E qualcuno può spiegarmi, gentilmente, quale sia il loro senso e la loro funzione? E come il mondo vitivinicolo oltrepadano possa rinascere e intraprendere un cammino sicuro, rinnovarsi, fare congiuntamente l’interesse del territorio, affidandosi a personaggi, parlo della Distretto band, ed in particolare, tanto per non fare nomi, Davide Calvi e Fabiano Giorgi, ma anche Ettore Cribellati, del genere?
Cagnoni
Sapete cosa vi dico? Avrà fatto errori e “porcate”, pagherà per i suoi errori, andrà in prigione se la Magistratura (che spesso in Italia è dello stesso colore politico dei padrini e sostenitori istituzionali del Distretto) troverà precisi addebiti e la Giustizia lo condannerà, ma sempre meglio il tanto vituperato “riso in cagnone”, che pure nella sua vita professionale qualcosa di valido ha fatto, che certi sepolcri imbiancati….
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Forza Oltrepò Pavese, forza vino oltrepadano, passerà anche questa “nuttata”…
Who-cares

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